Le ultime tre uscite della casa editrice milanese Agenzia X hanno un legame con Pisa. Negli ultimi sei mesi sono usciti tre libri che hanno qualcosa di familiare con la nostra città.

L’ultimo uscito, in ordine cronologico, è l’unico che ha una connessione diretta, dato che racconta un pezzo di vita di una icona del rock italiano, che non solo è pisano di nascita, ma vive tuttora a Pisa. Il libro si intitola “Dalla parte del torto” e racconta di Dome La Muerte, una leggenda del panorama musicale italiano, protagonista dei vari movimenti culturali, politici e sociali, che si sono susseguiti dalla fine degli anni sessanta in poi. Chi lo racconta è Pablito El Drito, già autore di altri libri usciti per la suddetta casa editrice indipendente, che si auto-definisce innanzitutto un fans di Dome. La storia parte dalla coda dei fasti del 68, descrivendo numerosi concerti che si sono svolti tra gli anni 70 e 80, l’avvento in Italia del movimento punk, stancanti sessioni di registrazione in studio, dj set, lunghe feste notturne, il tutto condito da sostanze psichedeliche, deliri comunitari e sesso libero. Ma soprattutto si evince una grande voglia di sperimentare.

L’altro libro è “Inglan is a bitch” su Linton Kwesi Johnson. Il poeta e scrittore anglo giamaicano, è stato per anni una presenza fissa dei concerti Pisani. Ha iniziato a frequentare la nostra città negli anni 80. Bellissimo è il ricordo di uno splendido concerto che nel 1987 tenne al Giardino Scotto con i CCCP. Nel 1990 gli è stato conferito dalla città di Pisa il Premio Internazionale Ultimo Novecento e fino a qualche anno fa ha partecipato al festival Metarock. La Dub Poetry e la sua scrittura, a volte pungente, quando racconta la gioventù nera britannica durante i tempi bui di Margaret Thatcher, è uno spaccato importantissimo delle proteste delle giovani generazioni inglesi degli anni 80. Ma le sue rime sanno anche essere leggere, quando ricorda l’isola caraibica in cui è nato e che ha abbandonato da bambino. Una persona equilibrata, ma scomoda, che si è ritrovato a tenere un programma radiofonico sull’emittente di stato per eccellenza (BBC), da dove ha proclamato sempre la sua acerrima lotta al razzismo. Ci sono altre due cose che colpiscono di LKJ, una è il look. Il suo impeccabile abbigliamento, la cura di un outfit da rude boy elegante, ha sempre trasmesso la sensazione di uno che era nato con lo stile dentro. L’altra invece non la potete leggere, perché è il tono della sua voce, così bella e profonda, che come disse un giornalista italiano “sarebbe spettacolare anche se leggesse la lista della spesa, o l’elenco telefonico”.

L’ultimo libro parla di un movimento sub culturale che ha dato origine a una filosofia di vita vera e propria ed è stato precursore di molti aspetti che oggi rivendichiamo fortemente. Se negli anni 90 avete frequentato il Macchia Nera vi ricorderete qualche scultura dei Mutoid. Il libro raccoglie le esperienze dirette dei fondatori del gruppo e spiega la loro filosofia di vita, incline a cercare di affrontare il dominio del capitalismo, i cambiamenti climatici, le guerre, i movimenti migratori e pensate un pò, i virus globali, tramite un cambiamento di vita radicale. Tra l’altro i Mutoid sono stati tra i primi a utilizzare la tecnica del riciclo e il riuso di materiale che altrimenti finirebbe nella spazzatura, in tempi non sospetti. Dentro c’è anche Debs Wrekon, che per un periodo ha vissuto al CSOA Macchia Nera, nel link di seguito potete farvi un giro tra le opere che costruisce insieme a Strapper https://wrekon.wordpress.com/